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prostrava all’ara d’Apollo genitore, ch’è dietro la cornea, perchè frumento e orzo e non altro che focacce si collocavano sopra di quella, senza fuoco, e, al dire di Aristotele, nella Repubblica de’ Delii, senza nessuna vittima. E primo, credono, aver egli affermato che l’anima passando per un circolo di necessità, in diversi tempi ad altri animali si leghi.

XIII. E, come afferma il musico Aristosseno, primo tra Greci aver introdotto le misure ed i pesi.

XIV. E primo aver chiamato Espero e Fosforo la medesima cosa. — Altri crede Parmenide.

XV. Fu egli oggetto di tanta ammirazione, che i suoi famigliari asserivano lui possedere la voce di dio; ed esso stesso narra ne’ suoi scritti che dopo dugento e sett’anni era venuto dall’altro mondo tra gli uomini. Il perchè lo seguivano costantemente, e andavano a visitarlo a cagione delle sue dottrine e Lucani e Picenti e Messapi e Romani. Sino a Filolao non eravi chi conoscesse i dommi pitagorici. Costui solo divulgò i famosi tre libri, i quali Platone scrisse che gli fossero comperati per cento mine. Non erano poi meno di seicento que’ che di notte andavano ad udirlo. Che se taluno era fatto degno di vederlo, ne scriveva a’ suoi amici, come avesse ottenuto qualche cosa di grande. I Metapontini chiamavano la di lui casa sacrato di Cerere, e la stradetta, come narra Favorino, nelle Varie istorie, luogo dedicato alle Muse. Gli altri Pitagorici, secondo Aristosseno, nel decimo Delle leggi per l’educazione, credevano che non ogni cosa fosse da palesare a tutti, ed ivi si racconta pure, che interrogato il pi-