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antistene. | 7 |
Poichè sola a’ mortali custodisce
La vita e le città. Ma della carne,
Dolce fine agli altri uomini, il piacere
Affinò una figlia di Mnemosine.
Questi fu il maestro e dell’apatia di Diogene e della continenza di Crate e della tolleranza di Zenone; egli soppose i fondamenti alle città. Senofonte afferma ch’ei fu piacevolissimo nelle conversazioni, ma del resto assai ritenuto.
IX. Corrono, di suoi scritti, dieci tomi. Il primo in cui si contiene, Della dizione, ovvero degli stili — L’Ajace, o discorso d’Ajace — L’Ulisse, ossia di Ulisse — L’apologia di Oreste, o dei causidici — L’accusa pari ([testo greco]) ossia Lisia ed Isocrate — Contro l’orazione d’Isocrate senza testimoni ([testo greco]) — Il tomo secondo, in cui, Della natura degli animali — Del fare figliuoli, o del maritarsi, erotico — De’ sofisti, fisionomico — Della giustizia e della fortezza; esortatorio, primo, secondo, terzo — Di Teognide, 5. — Il tomo terzo in cui, Del bene — Della fortezza — Della legge, ovvero dell’amministrazione della repubblica — Della legge, ovvero dell’onesto e del giusto — Della libertà e della schiavitù — Della fede — Del curatore, o dell’obbedire — Della vittoria, economico. — Il tomo quarto in cui, Il Ciro — L’Ercole maggiore, o della robustezza. — Il tomo quinto, nel quale, Il Ciro, ovvero del regno — L’Aspasia. — Il tomo sesto, nel quale, La verità — Del disputare, contraddittorio — Il Satone, o Del contraddire, 1, 2, 3 — Del dialetto'. - Il tomo settimo,