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sidonio, nel decimoquinto del suo Trattato di fisica, e Antipatro ne’ suoi libri Del mondo. E esternamente ad esso circonfuso il vuoto infinito, il quale è incorporeo; e incorporeo ciò che, per esempio, può essere contenuto da corpi non ne contenendo. Nel mondo poi nulla essere vuoto, ma unizzato il vuoto, a questo necessitando l’accordo e la continua tendenza delle celesti verso le terrene cose. Trattano del vuoto e Crisippo, nel libro Del vuoto e nel primo Delle arti fisiche, e Apollodoro, nelle Fisiche, e Apollodoro e Posidonio, nel secondo del Trattato di fisica. Dicono essere simili anche coteste cose incorporee; e di più incorporeo anche il tempo, essendo, un intervallo del movimento del mondo, e il suo passato e il suo futuro infinito, finito il presente. Tengono che il mondo sia corruttibile, siccome generato per ragione di quelle cose che si comprendono col mezzo del sesso, e delle quali sono corruttibili le parti ed il lutto. Ora le parti del mondo sono corruttibili, perchè si tramutano fra loro; dunque corruttibile il mondo. Che se una cosa, dimostrabile alta a mutare in peggio, è corruttibile, per certo è anche il mondo; poichè si dissecca e inumidisce. Dicono fatto il mondo, quando la sostanza, di fuoco, per mezzo dell’aria, fu volta in umore; dopo la parte sua grossolana unitasi produsse la terra, e la parte leggiera si convertì in aria, e questa assottigliata di più produsse il fuoco, quindi da cotesti, per mistione, e le piante e gli animali e gli altri generi. Della generazione dunque e della corruzione del mondo tratta Zenone, nel libro Dell’universo, e Crisippo, nel primo Delle fisiche, e Posidonio nel