Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/136

120 capo primo

volto tolgono ogni finzione. Alieni sono i sapienti dagli affari, perchè schivano di fare alcuna cosa oltre il dovere. Bevono bensì vino, ma non s’ubbriacano; e neppure sono presi da pazzia, quantunque accaggia ad essi talvolta di aver fantasie stravaganti, cagionate da atrabile, o delirio, non mai per ragionamento sulle cose da preferirsi, ma per natura. I sapienti neppure si attristano, per essere la tristezza una contrazione irragionevole dell’anima, siccome dice Apollodoro nell’Etica; e sono cosa divina, perchè hanno in sè stessi come un dio, e il malvagio è senza dio. Di due maniere per altro può essere chi è senza dio, di una quegli che dicesi avverso a dio, e di un’altra quegli che tiene dio per nulla, la qual cosa non è di tutti i cattivi. I sapienti, dicono essi, sono religiosi, perchè versati nelle leggi divine; e la scienza religiosa è il culto dei numi. I sapienti sagrificano anche agli dei, e sono puri, perchè detestano i peccati contro gli dei; e gli dei gli ammirano perchè santi e giusti sono verso di loro. Soli sacerdoti sono i sapienti, perchè esaminano ciò che spetta a’ sagrificj, alle fabbriche de’ templi, alle vittime espiatorie e all’altre cose particolari dei numi. Tengono dovere i sapienti venerare i genitori ed i fratelli in secondo luogo dopo gli dei; e dicono eziandio essere in essi la tenerezza verso i figli naturali, e non esistere ne’ cattivi. — Gli Stoici, al dire di Crisippo, nel quarto Delle quistioni morali, e di Perseo e di Zenone, affermano essere eguali i peccati, poichè se una verità non è più che una verità, nè una menzogna più che una menzogna, così nè una frode è più che una frode, nè un peccato più che un peccato; e poichè chi essendo