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devole; ed altra cosa essere ben naturato ad un’opera particolare, altra l’averne ornamento, come allorchè diciamo buono ed onesto il solo sapiente; ed affermano l’onesto solo esser buono, secondo che riferisce Ecatone, nel terzo Dei beni, e Crisippo, ne’ suoi libri Dell’onesto; e questo essere la virtù e ciò che alla virtù partecipa; alla qual cosa risponde il dire, tutto il bene essere onesto, ed all’onesto equivalere il bene che ad esso è eguale. In fatti: Da ch’è onesto è buono: ma è onesto, dunque è buono.
LX. Pare ad essi che tutti i beni sieno eguali, e che ogni bene sia ornamento da desiderarsi, e che non ammetta nè aumento nè diminuzione. Delle cose esistenti alcune affermano essere beni, alcune mali, alcune nè beni nè mali. Quindi beni le virtù, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, ec.; mali le cose contrarie, stoltezza, ingiustizia, ec. Quelli che non sono nè beni nè mali, nè giovano, nè nuocono, come vita, salute, voluttà, bellezza, forza, ricchezza, gloria, nobiltà; e le cose ad esse contrarie, morte, infermità, fatica, disonore, debolezza, povertà, oscurità, ignobiltà e le sì fatte, siccome dice Ecatone, nel settimo Dei fini, e Apollodoro, nell’Etica, e Crisippo; poichè queste non sono beni ma cose indifferenti, che in ispecialità conducono sino ad essi o non vi conducono. Imperciocchè siccome è proprio del calore il riscaldare, non il freddare, così anche del bene il giovare, non il nuocere; e non giovano più che non offendano la ricchezza e la salute; dunque non bene nè ricchezza nè salute. E dicono ancora, ciò di che si può usare bene e male non è un bene; ma la ric-