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86 | capo primo |
Come morisse Zenone dicemmo anche noi nel Pammetro in questo modo:
Dicono che il cizieo Zenon morisse
Per gran travaglio di vecchiezza, alcuni;
Altri perchè senta cibarsi stesse;
Altri perchè ferito un dì cadendo
Disse, percossa colla man la terra:
Vengo da me; perchè mi chiami, o morte?
poichè taluno afferma ch’e’ morisse eziandio così. — E questo intorno alla sua morte.
XXVII. Racconta Demetrio magnesio, negli Omonimi, che spesse volte il padre di lui, Mnasio, veniva in Atene e molti libri socratici portava a Zenone, ancor fanciullo. Il perchè già io patria informato alla filosofia, e così recatosi in Atene, accostato si era a Crate. — E dice, credere ch’egli ponesse fine agli errori delle enunciazioni. — E giurava, dicono, pel cappero, come Socrate pel cane.
XXVIII. Sono per altro alcuni, tra quali Cassio lo scettico, che accusano Zenone in molte cose; primo, allorchè dimostra inutili le discipline encicliche, parlandone in principio Della Repubblica, secondo, allorchè afferma essere nemici fra loro e battaglieri, e schiavi e stranieri tutti gli uomini non virtuosi, i genitori ed i figli, i fratelli e i fratelli, i famigliari e i famigliari; e di nuovo, nella Repubblica, quando insegna, cittadini, e amici, e parenti, e liberi essere soltanto i virtuosi, di modo che per gli Stoici sono nemici i genitori ed i