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capo xi ferecide 67

annunzia a’ tuoi cittadini, che dopo che avranno vinto, mi seppelliscano colà. Annunziò costui queste cose che avea ingiunte Ferecide; ed essi il dì seguente, fatta incursione, vincono i Magnesii, e ricercato Ferecide con gran curiosità, lo seppelliscono nel luogo stesso e magnificamente lo onorano.

V. Alcuni affermano però che ito a Delfo, precipitasse sè stesso dal monte Coricio. Aristosseno, nel libro ove tratta di Pitagora e de’ suoi famigliari, dice, che ammalatosi, fu da Pitagora sepolto in Delfo. Altri che finì di vivere consumato da’ pidocchi, e che quando Pitagora gli s’accostò e lo interrogò come stesse, facendo passare il dito dalla porta, rispose: La pelle il manifesta. E d’allora in poi quella frase dai filosofi si ponea significare le cose peggiori: e chi ne usa in meglio s’inganna — Diceva pure che gli Dei chiamano tuoron (θυωρὸν) la mensa.

VI. Androne di Efeso afferma che due furono i Ferecidi da Siro: l’uno astrologo, l’altro teologo, figlio di Babio, cui era dedito Pitagora. Eratostene uno solo, ed un altro ateniese, genealogista — Si serba del Sirio il libretto che e’ compose, il quale principia: Giove certo e Crono e Tellure (Χρόνος) erano sempre; il nome di Terrena poi (Χθονίῃ) venne alla Terra (Γῆ) dopo che Giove le diede premio — e serbasi nell’isola di Siro anche il quadrante.

VII. Duri nel secondo libro Dei Confini narra che fu scritto sul suo sepolcro quest’epigramma:

     Tutta finisce in me la sapienza
     Di’ queste cose, se di più ne vuoi,