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CAPO XI.
Ferecide.
I. Ferecide figlio di Babio, da Siro, come dice Alessandro nelle Successioni, fu uditore di Pittaco.
II. Narra Teopompo ch’egli il primo scrisse pe’ Greci Della Natura, e degli Iddii. Molte cose mirabili si raccontano di lui: che passeggiando lungo il lido samio, e veduta una nave viaggiare con prospero vento, disse che fra non molto sarebbe affondata, e che, lui veggente, affondò — che bevuta dell’acqua tratta da un pozzo, predisse che fra tre giorni sarebbe stato tremuolo, e che fu — che ritornato da Olimpia a Messene, consigliò a Perilao suo ospite di sloggiare colla famiglia, che non se ne persuase, e che Messene fu presa.
III. Scrive Teopompo ne’ Mirabili, che e’ diceva a Lacedemoni di non apprezzare nè l’oro, nè l’argento; che a lui ciò aveva ingiunto Ercole in sogno, il quale la stessa notte aveva comandato anche ai re di credere a Ferecide. Altri queste cose attribuisce a Pitagora.
IV. Narra Ermippo che essendovi guerra tra Magnesii ed Efesii, Ferecide, desiderando vincessero gli Efesii, interrogò uno che passava, donde e’ fosse? e rispondendo che da Efeso, soggiunse: Strascinami dunque per le gambe e ponimi sulle terre de’ Magnesii e