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44 capo iv.

VII. Vi fu un altro Pittaco legislatore, di cui parla Favorino nel primo delle Memorie, e Demetrio negli Omonimi, il quale anche è appellato il Minore.

VIII. Narrasi che una volta il sapiente, ad un giovine che lo consultava intorno al matrimonio, dicesse ciò che Callimaco racconta negli epigrammi.

     Uno stranier d’Atarne interrogava
     Così il mitileneo figlio d’Irradio,
     Pittaco: doppie nozze, o caro vecchio,
     Mi fanno invito; una ragazza pari
     A me per la ricchezza e pei natali;
     Mi vince un’altra; qual’è meglio? via,
     Qual delle due, consigliami, conduco
     In matrimonio? — Il suo baston, senile
     Arma, innalzato, gli rispose: Vedi
     Là chi diratti la parola intera
     Eran garzoni che pe’ larghi trivii
     Velocemente fean colle percosse
     Le trottole girarSegni le tracce
     Di costor, disse. Ei v’andò presso, ed essi
     Dicean: Tira alla pari — Udito questo
     Lo straniero s’astenne d’impalmarsi
     Nel più ricco casato, dei garzoni
     Seguendo il grido: e in picciol casa addusse
     Una sposa mediocre come lui.
     Fa lo stesso tu ancor — Tira alla pari.

Sembra che la propria condizione gli facesse dire queste cose; poichè sendo la donna sua più di lui nobile, sorella com’era di Dracone di Pentilo, lo trattava con eccessiva alterezza.

IX. Alceo chiama Pittaco: Piedi-largo (σαράπους,