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38 | capo iii |
dei vicini, altrimenti udirai da essi cose che ti attristeranno — Non minacciare alcuno; che è da femmina — Accorri più presto alla sventura degli amici che alla buona fortuna — Fa nozze assegnate — Non dir male di un morto — Onora i vecchi — Guardati da te stesso — Scegli piuttosto lo scapito che il turpe guadagno, poichè quello una sol volta ti affliggerà, questo per sempre — Non burlarti dello sventurato — Chi è forte sia mansueto, onde coloro che gli stanno presso lo rispettino piuttosto che nol paventino — Impara a governar bene la tua casa — La lingua non precorra alla mente — Comanda alla tua collera — Non essere avverso alla divinazione — Non desiderare l’impossibile — Non affrettarti per via — Parlando non dimenate le mani, che è da pazzo — Obbedisci alle leggi — Usa il riposo. Tra i suoi detti poetici il più riputato e questo:
Prova dell’oro fan la sassee coti; |
III. Narrasi che una volta, sendo egli già vecchio, dicesse che la sua coscienza nol mordeva per alcuna ingiustizia che in sua vita avesse commesso; ma che aveva un dubbio su di una. Poichè un giorno, dovendo giudicare un amico, lo condannò bensì secondo giustizia, ma persuase gli amiciFonte/commento: Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/476 ad assolverlo, onde entrambi fossero salvi e la legge e l’amico.
IV. Grande celebrità ebbe, particolarmente appresso i Greci, per una sua predizione, intorno a Cite-