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36 | capo ii |
d’affrancare i poveri dalla schiavitù mercenaria, se ora tutti insieme servono al solo Pisistrato“.
solone a pisistrato.
XIX. „Credo che per cagion tua io non avrò a patire alcun male, poichè prima della tirannide io era amico tuo, e ora non ti sono più avverso di alcuni altri Ateniesi ai quali non garba la tirannide. Se ad essi torni più utile l’essere governati da uno, se debbano reggersi a popolo, creda ognuno a sua posta. Confesso che fra tutti i tiranni tu sei il migliore. Ma non parmi ben fatto ch’io ritorni in Atene, onde non siavi chi mi accusi, che stabilita tra gli Ateniesi l’eguaglianza politica, e, presente, considerata come indegna di me cotesta signoria tirannesca, ora, tornando, io approvi ciò che tu fai“.
solone a creso.
XX. „Aggradisco la tua benevolenza verso di me; e, per Minerva, se sopra ogni cosa io non amassi vivere in democrazia, torrei più tosto di starmi appo te in un regno, che in Atene, violentemente tiranneggiata da Pisistrato. Ma a noi è più dolce il vivere ove tutto è giustizia ed eguaglianza. Però io ne verrò a te, affrettandomi di essere tuo ospite“.