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34 capo ii

     N’ha l’ossa, e le sue ceneri le spiche.
     Dritto al del dalle tavole fu addotto
     Lo spirto. Agevol cosa — egli v’impose
     Il lievissimo pondo di sue leggi.


XVI. È fama ch’e’ dicesse questa sentenza: niente di troppo — E di lui narra Dioscoride ne’ Commentari', che piangendo egli un figlio morto, di cui non abbiamo memoria, a chi dicevagli: Ma a nulla ti giova; rispondesse: Piango per ciò stesso che non mi giova.

XVII. Vanno attorno anche queste sue lettere.

solone a periandro


„Tu mi scrivi che molti congiurano contro di te. Se tu volessi torli di mezzo tutti, non ti verrebbe fatto. T’insidierebbe forse chi meno hai in sospetto, o temendo per sè, o disprezzandoti per non esservi cosa di cui tu non tema, o immaginandosi di gratificare alla città col deporti, anche se a lui non sarai in sospetto. Meglio è adunque che tu ti astenga dalla tirannide, affinchè si allontani il sospetto. Che se a ogni modo vuoi essere tiranno, pensa al come tu abbia forze straniere maggiori di quelle che sono nella città; e nessuno più sarà temibile a te, nè tu farai che sia tolto di mezzo alcuno“.

solone a epimenide.


XVIII. „Nè al certo le mie leggi saranno per giovare