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solone. | 33 |
XIV. Fra i suoi detti poetici v’hanno questi:
Da ogni uom li guarda — vedi non asconda
L’odio ch’ha in petto, e in lieto volto parli;
E la duplice lingua non risuoni
Per negra cura —
È noto aver egli scritto leggi, aringhe, avvertimenti a sè stesso, elegie, e sopra Salamina, e sul governo degli Ateniesi cinque mila versi, e giambi, ed epodi — Sull’immagine di lui fu posta quest’iscrizione:
Salamina, che fa’ l’ingiusto oltraggio
Cessar de’ Medi, questo
Solone partorì sacro legista.
XV. Fiorì intorno alla quarantesima sesta olimpiade, il terz’anno della quale, al dire di Sosicrate, governò gli Ateniesi, e diede anche le sue leggi. Cessò di vivere di ottant’anni in Cipri, ingiugnendo a’ suoi famigli di trasportare le sue ossa in Salamina, e inceneritele seminarle pe’ campi. E di questo parla Cratino nel Chitone, facendogli dire così:
L’isola, come è fama, abito, sparso
Dintorno a tutta la città d’Aiace.
e v’è anche un nostro epigramma nel succitato Pammetro, in cui sovra quanti morirono segnalati per sapere vi sono epigrammi e versi d’ogni misura e ritmo, che è così:
Sovra lido straniero arse la salma
Di Solon cipria fiamma. Salamina