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30 | capo ii |
Nicia dice, aver Dracone scritta questa legge, Solone posta in uso — Interdisse la bigoncia a’ bagascioni.
VIII. Moderò anco i premii degli atleti nei giuochi, stabilendo pe’ vincitori olimpici cinquecento dramme; cento per gli istmici, e in proporzione per gli altri; sendo stoltezza a costoro preparar premii, e non soltanto a quelli che morivano in guerra, i figli dei quali si doveano educare e mantenere dal pubblico. Quindi per emulazione riuscivano forti e valorosi nelle battaglie; come Polizelo, come Cinegiro, come Callimaco, come tutti coloro che pugnarono a Maratona; ed anche Armodio e Aristogilone e Milziade ed altri senza numero. Ma gli atleti, mentre si esercitano, costano assai; sono di danno quando vincono, e s’incoronano piuttosto contro la patria, che contro gli antagonisti. Divenuti poi vecchi, secondo Euripide:
Abbandonati logori mantelli
Consumano la trama —
Ciò preveggendo, Solone vi pose modo.
IX. Bellissime cose sono queste ancora: Che il curatore non possa abitare colla madre dei pupilli — Nè esser curatore colui, al quale perviene la sostanza morendo i pupilli — E queste — Non sia permesso allo intagliatore d’anelli serbare l’impronta dell’anello venduto — Si strappino i due occhi a colui che acciecò chi ne aveva uno — Non torre ciò che non hai posto, altrimenti pena la vita — L’arconte sorpreso ubbriaco sia punito di morte — Ordinò che i poemi di Omero