Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/424

384 capo ii

Euiade, 1 — Delle occasioni, 1, 2 — Dei discorsi privati, 1 — Dell’educazione dei fanciulli, 1 — Un altro diversoDella disciplina, ossia delle virtù, o della temperanza, 1 — Dei numeri, 1 — Definizioni della dizione dei sillogismi, 1 — Del cielo, 1 — Di politica, 1, 2 — Della natura, dei frutti, degli animali. Le quali opere formano 232,808 versi — Tanti adunque anche di costui sono i libri.

XIV. Io rinvenni anche il suo testamento che è di tal maniera.

„Andrà bene di certo; pur se accadesse alcun che, in questo modo ho testato: Le robe che sono in casa lascio tutte ai figli di Leonzio, Melanto e Pancreonte. — Di quello che ci somministra Ipparco piacemi sia fatto così: prima, che quanto spetta al museo ed alle dee, si compia anche aggiugnendo, potendosi, qualch’altro ornamento per maggior decoro. — Che dopo sia posta nel sacrario l’immagine di Aristotele e l’altre offerte che prima erano nel sacrario. — Che in seguito si fabbrichi un portichetto attiguo al museo, non inferiore al primo. — Che nel portico di sotto siano appese le tavole che contengono i periodi della terra. — Che si rifaccia l’altare per modo che riesca perfetto e di bella apparenza. — Voglio che anche l’immagine di Nicomaco facciasi dì tutta grandezza. Pressitele ha il materiale per la forma; l’altra spesa facciasi da esso; e l’immagine pongasi dove parrà a coloro che avranno cura anche dell’altre cose descritte nel testamento. — Lascio a Callido il podere che noi abbiamo nel territorio di Sta-