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annotazioni. | 347 |
CAPO III.
Polemone.
IV. Principiato avendo a filosofare ec. — Dedito, com’era, particolarmente alla morale, trascurò, al dire di Laerzio, le dialettiche; la qual cosa, osserva Ritter, potrebbe essere un indizio dell’incominciato scadimento nei lavori scientifici dell’Academia. Quando Polemone raccomandava di vivere conformemente alla natura, nello stabilire questo principio come il più elevato, certo e’ non credeva allontanarsi essenzialmente dalla dottrina di Platone, nè tracciare una nuova via di ricerche.
Discorso coll’aceto e il laserpizio. — [testo greco], id est orationem acetatam et laseratam; orationem fucatam et jucundo sapore conditam. Metafora presa dall’aceto e dal laserpizio, dei quali assai usavano per condimento gli antichi. — Menagio. — Il laserpitium di Plinio è una cosa sterna col Silphium di Teofrasto e di Dioscoride, il quale dice che nelle salse e mescolato al sale serviva per dar sapore più aggradevole a’ cibi. Da questa pianta si estrae l’Assa-fetida sì ributtante per noi da chiamarla Sterco-del-diavolo. Eppure gli antichi, come si è veduto, e molti popoli dell’Asia anche al presente la mangiano con piacere e l’hanno per un tornagusto dilicatissimo. Costoro le danno il nome di Mangiare-dei-numi, ed a Suratte, dicesi, pel grande uso che se ne fa vi rimane infetto il circostante aere. Così ne’ gusti come nelle opinioni sono gli uomini concordi! — Vedi Plinio I. XIX, c. 15, ed il Geoffroy.
CAPO IV.
Crate.
I. Amico di Polemone gli successe nella scuola. — Altri fa succedere a Polemone Arcesilao.