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18 | capo primo. |
fosse dalla Spartana gettato nel mare Coo, dicendo che diverrebbe cagione di risse; che dopo qualche tempo certi Lebediesi presa colà in affitto una rete rinvennero anche il tripode; che però nata contesa co’ pescatori, salirono intanto verso Coo, donde nulla ottenendo portarono la cosa a Mileto, ch’era metropoli; che i Milesii spedirono legati, i quali accolti con dispregio, si venne alle mani con que’ di Coo; che molti cadendone da ambe le parti uscì l’oracolo di doversi dare al più sapiente; e che entrambe le parti convennero in Talete, il quale, dopo che fu ito io giro, l’offerì ad Apollo Didimeo. Il responso fatto a’ Coi è di tal maniera:
Non pria tra gli Ionii e i Meropi vedrassi
Costar la guerra, che l’aurato tripode,
Cui già Vulcano in mar gettò, non renda
La cittade a colui, che appien conosce
Ciò ch’è, ciò che sarà, ciò ch’anzi è stato.
Quello a’ Milesii:
Chiedi a Febo de! tripode, o Milesia
Prole? ecc.
Come innanzi è detto. E così di ciò. Ermippo, nelle Vite, riferisce di lui ciò che alcuni raccontano di Socrate. Soleva dire cioè, così narra, che di tre cose sapeva grado alla fortuna: la prima — Perchè e’ fosse nato uomo e non bestia; poi — Perchè uomo e non donna; la terza — Perchè greco e non barbaro.
VIII. Raccontasi che condotto fuor di casa da una