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nome. La qual cosa, e le maniere e le forme tutte rettoriche molti scolari imitarono. Era prontissimo nell’inventare argomenti per farsi destramente incontro alle obbiezioni, nel ricondurre il giro dei discorsi sulle cose proposte, e nell’accomodarsi a tutte le circonstanze. Quindi essendo più che ogn’altro persuasivo, molti venivano alla sua scuola, sebbene offesi dall’asprezza de’ suoi modi. Ma ciò gli comportavano volentieri, perchè era buono assai, e gli uditori empiva di speranze; e generosissimo del proprio, era pronto nel beneficare, nello ascondere il favore modestissimo. Recatosi una volta a visitare Ctesibio malato, e vedendolo oppresso da strettezza, gli mise, di nascoso, sotto al capezzale una borsa; il quale rinvenutala, disse: Ecco una burla di Arcesilao; e di più gli mandò un’altra volta mille dramme. E raccomandando ad Eumene l’arcade Archia, gli fece acquistare grande autorità.

XIII. Sebbene liberale, e non amantissimo del danaro, compariva al banco e in quanto all’argento, Archecrate e Callicrate, in quanto all’oro studiavasi di superare tutti gli altri. Molti, per altro, soccorreva co’ danari raccolti. — Una volta, per convitare alcuni amici, un tale prese la sua argenteria, e non restituendola, ei non la ridimandò e non ne fece segno. Alcuni dicono che avendola egli stesso a bello studio prestata, ed essendogli restituita, perchè quello era povero, gliene fu largo. — Possedea grandi ricchezze anche in Pitane, che suo fratello Pilade gli spediva di colà.

XIV. Di molte cose gli forniva anche Eumene il fi-