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290 | annotazioni |
Ciascuno non essere spartato in luoghi distinti; chè la circonferenza comprimendoli e conducendoli al centro, ne riunisce le parti ec. — Le figure degli elementi sono picciolissime e non possono essere scorte e divenire sensibili che nella loro riunione omogenea, la quale naturalmente risulta dal prendere le forme simili un luogo determinato dal movimento della materia: luogo nel quale esse si assembrano, da che il simile si separa per attaccarsi al simile. Ma v’ha tra i differenti corpuscoli un’unione tale, che le figure di una specie medesima di elementi non si trasformano punto, ma quelle soltanto di specie differente; e questo per un’azione reciproca: ciò che produce il movimento. Siccome per altro gli elementi omogenei vanno naturalmente nel loro proprio luogo, il movimento cesserebbe bentosto se la circolazione del tutto non comprimesse gli elementi, e, non lasciando così alcun luogo vuoto, non forzasse le piccole figure del fuoco e dell’aria a penetrare negli interstizii delle grandi figure. Da ciò la spiegazione della miscea degli elementi fra loro e il loro reciproco tramutarsi, e dalla non esistenza del vuoto la conchiusione, che ogni movimento eseguito ritorna sopra sè stesso in qualche modo circolarmente; donde Platone spiega la forza attrattiva apparente dei corpi, come quella della calamita e dell’ambra, quasi alla maniera di Cartesio. Spiegazione, osserva Ritter, in ciò al tutto meccanica.
Ed anche animato. — Perchè il mondo divenisse buono e simile al suo autore, Dio osservò che nessuna cosa sensibile, irragionevole, non sarà mai piò bella di un’altra ch’ebbe la ragione in partaggio; ma che anche la ragione senza l’anima non può essere il partaggio di alcun ente; quindi ei fece il tutto mettendo la ragione nell’anima, e l’anima nel corpo; che ciò ch’è contingente partecipare doveva pure del corpo. Dire adunque si può con verisimilitudine che la provvidenza ha fatto di questo mondo un ente animato, dotato di