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284 | annotazioni |
anticamente significava il vocabolo Math, prima di perdere la sua generalità.
Diceva abbracciare dal centro tutto quanto il corpo. — L’uomo, come il mondo, è composto d’anima e di corpo. Il corpo non esiste che a cagione dell’anima, che dee considerarsi come il principio di quello, stando nell’anima l’origine del moto, e non potendo, senz’anima, alcun corpo muoversi da sè. L’anima del mondo come principio di tutte le forme corporee nel mondo è sparsa per tutto, a fine di aver possanza dovunque. Tutto che v’ha di corporeo altro non sembra essere che l’organo di quest’anima, poichè sino i corpi elementari sono dotati di sensazioni. Malgrado questa diffusione per tutto il mondo, la sede dell’anima ne è fissata nel centro, per indicare la sua unità. Di là stende ella sino al cielo la sua azione, a quel cielo ch’ella dispiegò intorno di sè, avviluppandosene come di un proprio corpo. — E qui avvertasi coll’Aldobrandino, che le dottrine platoniche riferite dal buon Laerzio, ora spellano all’anima mondiale, ora all’umana. — L’accorto lettore scorgerà di leggieri questo guazzabuglio, e sarà con noi più del solito, indulgente.
Due cerchi congiunti ec. — Rechiamo intiero e fedelmente tradotto il passo del Timeo, a schiarimento, se fia possibile, od almeno a testimonio delle laerziane mutilazioni. — Tutta questa composizione divise in due per lo lungo; e, mezzo con mezzo ciascuna parte, l’una all’altra sovrapponendo a guisa di un X, curvò in cerchio, e l’una all’altra unì di contro alla loro sovrapposizione, e col moto che a uno stesso snodo e a un medesimo punto si ravvolge, quelle comprese. L’un de’ cerchi fece esterno, l’altro interno, e il movimento esterno chiamò della natura del medesimo, l’interno del diverso, quello del medesimo piegando da lato, sulla destra, quello del diverso per diametro (diagonale), sulla sinistra. Diede principato al movimento del medesimo, del simile,