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276 annotazioni

chi; e la bella Agatissa, che narrasi da lui sostituita all’amante sessagenaria, non attestava in favore di un amor metafisico; siccome i figli di messer Francesco della purezza del suo per la bella avignonese.

Or nulla è Alessi ec. — E l’epigramma e l’adagio dei cani ti spiega il proverbio:

     Il bene di che godi
     Guarda con chi lo lodi.

XXIV. Se Dionisio in Corinto ec. — I Lacedemoni risposero alle minacce di Filippo [testo greco], Dionisio in Corinto; poichè, dice Demetrio Falereo, più veemente appariva il parlare così stringato, di quel che, allargandolo con prolissità, il dire, che Dionisio una volta gran tiranno al par di te, ora divenuto privato, abitava parimente Corinto — [testo greco]. Cap. 4. — Modo proverbiale che accenna taluno caduto in basso stato alla maniera di Dionisio tiranno di Siracusa, il quale, espulso da’ sudditi, insegnava, per mercede in Corinto, le lettere e la musicca a’ fanciulli. — I tre viaggi di Platone in Sicilia furono argomento di discorso a’ Greci sempre inclinali alla calunnia, e Molone nemico suo diceva non meravigliarsi se Dionisio era in Corinto, ma se Platone in Sicilia, essendo il re stretto dalla necessità, Platone stimolato dall’ambizione. — Vedi Erasmo negli Adagi.

Satone[testo greco]. Vezzeggiativo con cui le balie blandivano i bimbi. Come chi notasse di fanciullaggine la sentenza platonica.

XXV. La forma de’ suoi discorsi tra il poema e la prosa— Le opere di Piatone capo lavori, come le chiama Tennemann, del genio poetico e filosofico, ebbero veste di stile maraviglioso. Fu detto che Giove, se avesse dovuto usare un idioma mortale, non avrebbe parlato altra lingua che quella