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l’amicizia, ostetrico. — Alla sesta è preposto l’Eutidemo, o il contenzioso, distruttivo, succedono il Protagora, od i Sofisti, accusatorio; il Gorgia, o della rettorica, distruttivo; il Mennone, o della virtù, sperimentale. — Stanno a capo della settima gl’Ippia, due; il primo, o del bello, il secondo, o della menzogna, distruttivo; succedono l’Ione, ovvero della Iliade, sperimentale; il Menesseno, o l’epitafio, morale. — Dell’ottava è innanzi il Clitofone, ovvero l’esortatorio, morale; dopo la Repubblica o della giustizia, politico; il Timeo, o della natura, fisico; il Crizia o l’Atlantico, morale. Precede la nona il Minosse, o delle leggi, politico; vengono poi le leggi, o del far leggi, politico; l’Epinomide, o il consesso notturno, ossia il filosofo, politico.
XXXVI. Tredici epistole, morali. In esse scriveva Oprar bene, Epicuro invece Portarsi bene, Cleone Godere. — Ad Aristodemo una. — Ad Archita due. — A Dionisio quattro. — Ad Ermia, Erasto e Corisco, una. — A Leodamante, una. — A Dione una.— A Perdieca, una. — Due ai famigliari di Dione. — Così Trasillo ed alcuni dividono le sue opere.
XXXVII. Altri poi, tra quali è anche Aristofane il grammatico, spartiscono i dialoghi in trilogie; e pongono prima quella cui precede la Repubblica, segue il Timeo, il Crizia. — Seconda, il Sofista, il Politico, il Cratilo. — Terza, le Leggi, il Minosse, l’Epinomide. — Quarta il Teetete, l’Eutifrone, l’Apologia. — Quinta, il Critone, il Fedone, le Epistole. — Le altre ad una ad una e senz’ordine. — Questi, come si è detto, cominciano prima dalla Repubblica; altri, dal maggior Alcibiade;