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238 | platone. |
Lastenia mantinica, e Assiotea fliasia, che, come racconta Dicearco, vestivano da uomo. E dicono alcuni che lo udisse Teofrasto e Iperide l’oratore. Camaleonte vi aggiugne Licurgo; e Polemone parimente Demostene; e Sabino afferma anche Mnesistrato tasio, allegandone testimoni nel quarto delle Miscellanee d’esercitazioni.
XXXII. Ma perchè tu sei a buon dritto tenera di Platone, e sovra gli altri cerchi con ogni studio le dottrine del filosofo, ho stimato necessario descrivere e la natura de’ suoi ragionamenti, e l’ordine de’ suoi dialoghi, e i suoi modi d’induzione, quasi limitandomi ai soli elementi e per capi, per non laciare senza i suoi dommi ciò che abbiamo raccolto intorno la vita. Civette in Atene, come dicono, se queste cose ti si dovessero raccontare partitamente. — Affermano impertanto che primo a scriver dialoghi fosse Zenone l’eleate. Aristotele, nel primo Dei poeti, dice Alessameno stireo o teio , come anche Favorino ne’ Commentarj. Ma pare a me averne Platone ripulita la forma e riportata meritamente la palma siccome della bellezza, così dell’invenzione. — E il dialogo un discorso composto d’interrogazioni e risposte, sovra qualche argomento filosofico e politico, con dicevole rappresentazione dei costumi e delle passioni dei personaggi che si assumono, ed artifizio di stile. La dialettica poi è l’arte del disputare, per mezzo della quale si confuta o si sostiene qualche cosa coll’interrogare e rispondere degli interlocutori. — Due sono, nei dialoghi di Platone, gli eminentissimi caratteri: l’uno di esposizione ([testo greco]),