Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/26

8 proemio.

Così in Clitomaco. Finì in Crisippo così. Successe a Socrate Antistene, a questo Diogene il Cinico, a questo Crate tebano, a questo Zenone cittieo, a questo Cleante, a Cleante Crisippo. Per tal modo finì in Teobasto: a Platone tenne dietro Aristotele, ad Aristotele Teofrasto. E in siffatta maniera finì la Ionica. Così l’Italica: a Ferecide successe Pitagora, a questo il figlio Telauge, a questo Xenofane, a questo Parmenide, a questo Zenone l’eleate, a questo Leucippo, a Leucippo Democrito, molti a costui, e nominatamente Nausifane e Naucide, e a questi Epicuro.

XI. Dei filosofi alcuni sono Dogmatici (δογματικός) alcuni Dubitativi (ἀμφίδοξος); Dogmatici quanti dimostrano le cose siccome comprensibili: Dubitativi poi quanti sospendono il loro giudizio intorno a quelle, siccome incomprensibili. Altri lasciarono le proprie memorie; altri non iscrissero affatto, come, secondo alcuni, Socrate, Stilpone, Filippo, Menedemo, Pirrone, Teodoro, Cameade, Brisone; secondo altri, Pitagora, Aristone chio, da poche lettere in fuori. Alcuni scrissero un’opera sola, come Melisso, Parmenide, Anassagora; Zenone diverse; molte Xenofane, molte Democrito, molte Aristotele, molte Epicuro, molte Crisippo.

XII. Alcuni filosofi furono nominati dalle città, siccome gli Eliaci, i Megarici, gli Eretrici, i Cirenaici;