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224 | platone. |
un sentimento per le cose che sono dello stesso genere. Or che dice Epicarmo?
La sapienza, Eumeo, non è di un solo,
Ma tutto quanto ha vita, conoscenza
N’ha. Da poi che se attentamente miri
La femmina de’ polli, i suoi pulcini
Non partorisce vivi, ma li cova
E fa ch’abbiano spirto. Sol natura
Sapienza cotal sa ciò che sia:
Poichè quella l’appara da costei
E di nuovo:
Nè meraviglia è ch’io tai cose dica
In questo modo; nè che a’ cittadini
Piacciano i cittadini, e nascer belli
Stimino; poichè al cane il cane ancora
Par bello, e il bove al bove, e bello il ciuco
Al ciuco, e il porco al porco. —
E queste e simili cose va ne’ suoi quattro libri inculcando Alcimo, e dimostrando il profitto che derivò a Platone da Epicarmo. Che poi Epicarmo stesso non ignorasse la propria sapienza è da impararsi anche da questi versi, nei quali presagisce l’imitatore:
E come io credo — anzi da noi si crede
Questo per fermo — che memoria un giorno
Ancor sarà di queste mie dottrine;
Ed alcuno togliendone, del metro
Spoglie ch’or hanno, date vesti e varia
Di bei discorsi porpora, difficile