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202 | annotazioni. |
prendessero la più bella di tutte le discipline, l’obbedire ed il comandare.“ — Plutarco.
XI. Cessò di vivere ecc. — L’autorità di Stesiclide perde ogni peso in faccia a quella dello stesso Senofonte, il quale fa esenzione dell’assassinio di Alessandro, tiranno di Fera, accaduto l’anno quarto della 105.ª Olimp. (357, avanti l’e. v.). — Secondo gli eruditi pare doversi stabilire la nascita di Senofonte nell’anno 445, la sua morte nell’anno 355 avanti l’era volgare.
Morì in Corinto. — Pausania, osserva il Barthelemy, dice che a Scillunte si conservava il suo sepolcro. Forse dopo aver soggiornato qualche tempo a Corinto ritornò a Scillunte. Fors’anco quella tomba era supposta, e autorevole il passo del nostro biografo.
XIII. Scrisse sino a quaranta libri. — Un dotto francese dubita, se veramente Laerzio intenda per libri — βιβλια — opere intere, o semplici divisioni di libri. Nel primo caso, circa due terzi delle opere di Senofonte si sarebbero perdute, e questo è il parere di alcuni eruditi; nel secondo, non saremmo lontani dal numero di quelle che ci rimangono, e secondo quel dotto, delle composte e pubblicate da lui.
I libri di Tucidide ecc. — „Questo fatto si è posto generalmente in dubbio, in forza di un’opinione di Dodwell, circa all’epoca della morte di Tucidide ch’ei fissa nell’anno 391, epoca realmente inconciliabile coll’aneddoto. — Ma nessun autore antico ha accennato l’epoca della morte di Tucidide. — Non resta realmente nessuna prova che abbia vissuto oltre l’anno 400 — e quindi non v’è ragione di rifiutare il racconto di Diogene. — Nulla ci vieta di credere che l’opera di Tucidide, non compiuta, gli fosse adulata dall’autore medesimo, morendo, o da’ suoi eredi. Laonde il dire di Laerzio, lungi d’essere inverisimile, combina invece colle circostanze della vita d’entrambi gli sto-