dei. È impossibile dubitarne, quando lo si rode raccomandare la divinazione come rimedio alla nostra ignoranza sulle cose incerte e future; consigliare a Senofonte di consultare l’oracolo, mostrarsi inclinato a credere a’ sogni, sagrificare assiduamente e raccomandare di sagrificare agli dei domestici e pubblici.“ Ritter — Tennemann pensa che Socrate, abitualmente mosso da un sentimento religioso, ammettendo un’azione diretta della divinità sui fenomeni della natura, e massime su quei della natura morale, poteva benissimo riferire immediatamente ad una ispirazione benefica quella specie di presentimento confuso, indefinito, di cui non ispiegava la formazione logica nel suo spirito. — La tendenza alle ispirazioni, ai presentimenti, ai fantasmi è prodotta secondo Gall da un organo particolare, che, come si accennò, parlando del ritratto di Socrate, è formato da una circonvoluzione cerebrale posta fra gli organi della mimica e della poesia, e dai quali, se non n’è parte, trae al certo aiuto, si fa ad essi compagna negli effetti, e dà materia di esaltamento o di esercizio. Un eccitamento nervoso abituale, una contenzione di spirito a lungo protratta sopra uno stesso oggetto; i digiuni, le veglie, la pletora provocano quello stato del cerebro che produce le visioni, per l’azione di organi eccessivamente sviluppati od esaltati. Quello della mimica può giugnere al punto di personificare semplici idee, e di trasportarle, così tramutate, fuori di noi. La facoltà d’imitare è fra le comuni dell’uomo. Chi non la prova in sè stesso? chi non la vede negli altri; o ignora i prodigi di Garrick? Or bene. Questa facoltà esaltala, soperchiante può operare in noi stessi ciò che per lo più opera negli altri, e non avendo spettatori di ciò che produce, far sentire al nostro IO ciò che con altri mezzi fa sentire agli altri. Ecco aperta in noi stessi, seguita Gall, una scena di rappresentazioni senza aiuto di attori e