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162 | capo xi, stilpone. |
Stilpone, ti ammirano come una fiera! Non già, riprese, ma come un verace uomo.
VII. Essendo nelle deputazioni assai formidabile, togliea di mezzo anche la specie e affermava, che, chi dice l’uomo è, dice nessuno; perchè non dice nè questo, nè quello. E perchè piuttosto questo che quello? Dunque neppur questo. — E nuovamente: Il camangiare non è quello che si vede; perchè certamente il camangiare era già mill’anni; dunque non è questo camangiare. — Narrano che conversando con Crate si affrettò nello stesso tempo di comperare un pesce; che quegli rattenendolo e dicendogli: abbandoni il ragionamento? Non io, soggiunse, il ragionamento io lo posseggo, ma lascio te; che senza dubbio il ragionamento aspetta, e il buon pesce si vende.
VIII. Vanno attorno nove suoi dialoghi senza calore. — Mosco — Aristippo ovvero Callia — Tolomeo — Cherecrate — Metrocle — Anassimene — Epigene — A suo figlio — Aristotele.
IX. Dice Eraclide che Zenone, il fondatore del Portico, fu suo discepolo.
X. E si racconta da Ermippo ch’e’ finì vecchio, avendo preso del vino per morire più presto. — E v’ha di nostro su lui:
Stilpone megarese (tu il conosci
Forse) dall’importabil giogo oppresso
E dal mal di vecchiezza, alla sdruscita
Sua biga ritrovò miglior cocchiere
Nel vin; poichè bevendo si partia.
Fu posto in ridicolo dal comico Sofilo nel dramma Le nozze:
Di Carino il saver Sitilpone insacca.