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stilpone. | 161 |
adorazioni e le preghiere, dicono aver risposto: Di queste cose, sciocco, non interrogarmi in istrada, ma da solo. — Ed anche Bione, interrogato dallo stesso se vi erano iddii, aver risposto:
Allontana da me, vecchio infelice.
La folla.
VI. Era Stilpone, semplice, non atto ad alcuna simulazione e pari ad uom comune. E però a Crate il cinico, il quale una volta non rispose a chi lo aveva interrogato, ma lasciò correre un vento, sapeva, disse, che piuttosto di ogni cosa avresti parlato, che di quello che fosse conveniente. — Che più; una volta presentandogli esso un fico secco ed un’interrogazione, lo prese e il mangiò. E quello, oh Ercole, sclamando, ho perduto il fico! Non solo, soggiunse, ma anche l’interrogazione, della quale fu arra il fico. — Un’altra volta, vedendo Crate consumarsi nel verno, oh Crate, dissegli, parmi che tu abbia mestieri di mantello nuovo. — Ciò che era mente e mantello (ἱματίου καὶ νοῦ). — A che fattosi rosso prese a parodiarlo così:
Anco Stilpone da gran mali oppresso
Vidi io stesso in Megara, ove Tifeo
È fama aver suoi letti. Ivi di molti
Amici in mezzo disputava, usando
I suoi seguaci una virtù di nome.
È fama che in Atene si attirava gli sguardi degli uomini per sì fatta maniera che dalle botteghe accorrevano insieme per vederlo; e che uno avendogli detto,