ziato, e più di me disgraziato il re di Persia! Considera però che siccome nessuno degli altri animali ci scapita per questo, così nè l’uomo. E vadano al diavolo i tristi bagascioni che ci calunniano del nostro ben profumarci — Chiestogli come Socrate fosse morto? rispose: Come avrei desiderato io — Un giorno andò da lui il sofista Polisseno, e vedute le donne e il sontuoso apparecchio di vivande, ne lo riprese. Dopo breve intervallo Aristippo gli disse: E tu puoi essere quest’oggi con noi? ed egli fece segno di sì colla testa. Perchè dunque, continuò il primo, darmene carico? Tu mostri di biasimare non le vivande, ma la spesa — Un servo portavagli in viaggio del danaro: ed essendone oppresso, come racconta Bione Nelle esercitazioni, Getta, gli disse, il di più, e porta quello che puoi. — Navigando una volta, poichè s’accorse che il legno era corsale, preso il suo danaro si fece a numerarlo; quindi, come non volendo, lo gettò dentro nel unire, e proruppe in gemiti. Alcuni rapportano aver anche aggiunto come era meglio che quello per Aristippo, piuttosto che Aristippo per quello perisse — Un giorno Dionisio il richiese del perchè era venuto? rispose: Per dare quello che ho, e ricevere quello che non ho — Altri afferma così aver risposto: Quando ebbi mestieri di sapienza andai da Socrate, ora che mi abbisognano danari vengo da te — Biasimava gli uomini, i quali sui mercati esaminano le masserizie, e all’azzardo scelgono le cose della vita — Altri raccontano questo di Diogene — Una volta in uno stravizzo Dionisio aveva imposto che ciascuno ballasse vestito di porpora; Platone non acconsentì, dicendo: