che vantava il suo molto sapere disse: Siccome coloro che mangiano molto e fanno esercizio non sono più sani degli altri che si nutrono del necessario, così, non coloro che le molte, ma quelli che leggono le utili cose sono migliori — Ad un oratore che a pro di lui aveva trattata e vinta una causa, e che gli andava ripetendo, a che ti ha giovato Socrate? rispose: A questo, che il discorso ch’hai pronunciato per me fosse vero — Insegnava a sua figlia Arete le cose migliori, esercitandola insieme ad essere spregiatrice d’ogni soperchio — Un tale domandò, qual vantaggio ne verrebbe al proprio figliuolo se fosse ammaestrato? rispose: Se non altro, certo non siederà in teatro pietra sopra pietra — Ad un altro che gli raccomandava un figliuolo, chiese cinquecento dramme; e quei dicendogli: con altrettanto posso comperare uno schiavo; Aristippo soggiunse: Comperalo, e ne avrai due — Diceva, prendere danaro dagli amici, non per uso proprio, ma perchè essi vedessero in che si doveano usare i danari — Lo censuravano un dì perchè, aveudo una causa, pagava un oratore. Ma anche, disse, quando ho cena pago un cuoco — Forzato una volta da Dionisio a dire un non nulla di filosofico: È ridicolo, proruppe, che tu richiegga il parlar mio, e poi m’insegni quando si dee parlare. A che adontatosi Dionisio il fece sedere ultimo della mensa. Ed egli: tu hai voluto, sclamò, rendere più onorevole il posto — Un tale si vantava di saper nuotare. Non ti vergogni, gli disse, di una cosa di cui si fanno una gloria i delfini? — Fu interrogato un dì, in che differiva il sapiente dal non sa-