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guerra contro i Tebani, e datogli da’ Lacedemoni il soccorso ospitale.

VIII. Dopo ciò, lasciato Agesilao si condusse a Scillunte, nel territorio di Elea, poco discosto dalla città. Aveva seco, al dire di Demetrio magnesio, una donnicciuola, per nome Filesia, e, secondo afferma Dinarco nel libro Del rifiuto contro Senofonte, due figli i quali sono chiamati anche Dioscuri. Venutovi poi Megabise per una solennità, riebbe i danari, comperò un podere, per mezzo del quale scorre il Selino, fiume di egual nome a quello che è in Efeso, e lo consagrò alla dea. Quivi se la passava in cacce, banchettando amici, scrivendo istorie. Dicearco racconta che i Lacedemoni gli dessero e casa e podere; e dicono di più che lo spartano Filopida gli mandasse in dono colà gli schiavi che avea tolti a Dardano, ed ei ne disponesse a grado suo; ma che gli Eliesi, venuti armata mano a Scillunte, ne disertassero, indugiando i Lacedemoni, il podere.

IX. I figliuoli di lui con pochi servi rifuggirono a Scillunte, e Senofonte stesso, prima in Elide, poi anche a Lepreo, presso i fanciulli, quindi in compagnia di quelli si ridusse a Corinto, e quivi si pose ad abitare.

X. Frattanto, vintosi dagli Ateniesi il partito di soccorrere i Lacedemoni, mandò in Atene, perchè militassero in aiuto di questi i proprii figliuoli; i quali sendo in Isparta, vi erano stati educati, secondo racconta Diocle nelle vite dei filosofi. Diodoro, senza aver fatto nulla di ragguardevole, salvo uscì dalla pugna, ed a lui nacque un figlio ch’ebbe lo stesso nome del fratello;