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anassagora. 109

X. Da ultimo ritiratosi a Lampsaco, quivi morì. E quando gli arconti della città gli chiesero che cosa voleva che si facesse per lui, rispose, concedersi ogn’anno, nel mese che sarebbe morto, di giuocare a’ fanciulli. E quel costume serbasi anche ora. Morto finalmente, i Lampsaceni lo seppellirono onorevolmente, e gli posero questa iscrizione.

     Qui Anassagora giace; egli che tanto
     Il vero spinse oltre il confin del cielo.

Ed è nostro sul medesimo:

     Perchè disse Anassagora che il sole
     Era un’ardente massa ebbe a morire;
     Pericle amico il salva. Ei da sè stesso
     Per languor di sapienza esce di vita.


XI. Vi furono tre altri Auassagora; affatto da nulla: uno oratore, seguace d’Isocrate; uno statuario, di cui fa menzione Antigono; l’altro grammatico, discepolo di Zenodoto.