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sole, ma spesso lo raggiunge e oltrepassa di un giorno medesimo, determinò che un tal giorno si chiamasse vecchia e nuova luna, riputando che quella parte di giorno, ch’è avanti la congiunzione di que’ due pianeti, appartenga al mese che termina, e la parte dopo al mese che già incomincia. Probabilmente però fu egli il primo che intese bene il signifìcato di quel passo di Omero, che dice parlando di un giorno solo:

    „Finendo un mese e incominciando l’altro.“


„Il dì seguente poi chiamò novilunio: e dopo il dì vigesimo non seguirà già contando con aggiugnere al numero i nuovi dì che venivano, ma levandone via di giorno in giorno uno di que’ dieci che in quel mese, restavano, secondochè vedeva andar pure decrescendo il lume della luna fino al dì trentesimo.“ — Plutarco. — Il mese greco componevasi di tre decadi: principiante, mezzana, declinante. La declinante si numerava a rovescio, e però il ventesimo primo dì chiamavasi decimo della declinante, il ventesimo secondo nono, e così di seguito sino al secondo che era il ventinovesimo; il trentesimo come è detto sopra vecchia e nuova luna. — Intrante mense; exeunte mense hanno gli scrittori dell’xi sino al xiv secolo. Dall’uno al quindici numeravasi regolarmente ed era l’intrante mense: dal sedici sino al trenta a rovescio, e il sedicesimo appellavasi quindici exeunte mense ecc., il ventesimo nono ed il trentesimo penultimo ed ultimo. Vedi Rollandino. E ciò praticavasi anche in Brescia, come si scorge da una nostra cronaca, ed era, secondo il Ducangio, generalmente in uso in Italia ed in Francia. Nel 1400 si tornò alla romana.

Nata una sedizione ecc., — Qui è manifesta contraddizione con un’altra legge di Solone la quale ordina: che sia tenuto infame chi in occasione di sedizione non si di-