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annotazioni | 73 |
Ercole. Strabone li crede così detti per la chiarezza e nobiltà della stirpe da γάλαξ latte, quasi dall’imitarne il candore. Il primo scrittore che usasse del nome di Galati per indicare i Celti fu Callimaco in uno de’ suoi inni. La religione dei Galli (Gaulois) ci è nota poco più di quanto ne racconta Cesare. Le donne sotto nome di Druidesse dividevano co’ Druidi le cure del culto, ed anche quelle del governo. Si sa che offerivano vittime umane: che le Druidesse coglievano il sacro vischio dalle querce, ma si ignora quali fossero i loro numi. Due secoli avanti l’e. v. ammisero nella loro mitologia gli dei astronomici che tutti i popoli civilizzati adoravano. Ma sacrificando a’ nuovi numi cercavano di farlo almeno sotto una quercia, in memoria di Esus, il dio terribile, come il Dio degli Ebrei e degli Sciti: e lo adoravano in tutte le cose non prodotte dalla mano dell’uomo, i laghi, gli stagni, i fiumi. Plinio dice, che grande analogia era tra il rito de’ Galli e quello dei Persiani; e S. Clemente d’Aless., che come quella dei Persiani, la religione dei Galli era una religione di filosofi. — Forse da principio non adoravano che un solo dio, Esus, e credevano all’immortalità dell’anima. La loro legge si conservava per tradizione: come i Magi vestivano bianco e precedevano i popoli alla guerra.
Oco — Ωχου — Certo è voce errata, che nessuno, fuori di Suida, ricorda questo nome. Alcuni eruditi tengono doversi leggere Μαχου — Ωρου il Kùhnio. Un Mosco, avanti la guerra di Troja, fu tra Fenicii il maestro della dottrina degli atomi.
Zamolsi — Ζάμολξις — in Erodoto i migliori codici e lo Schweighaeuser leggono Ζάλμοξις. Nella lingua dei Traci zalmos significa pelle d’orso, e secondo Porfirio gli venne questa appellazione, perchè di una pelle d’orso fu coperto nascendo. Erodoto lo chiama or dio, or genio, che promiscua-