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16 | nei primi secoli del comune |
di Cambrai, ci fanno avvertiti esser passati i tempi nei quali
uncor nessuna
era per Francia nel letto deserta. 27-'
E passati, altresì, quelli ne' quali i matrimoni a matura età conciliava non isforzato l'amore, che durante il decimoterzo secolo addivennero anch'essi arme e instrumento, manco male che di difesa, alle animosità civili. Tarda età da marito diventarono i venti anni od anche i diciotto; «grande etade e fiorit » i quindici ; quando si affrettava la collocazione delle figliuole nelle case, o de' consorti per raffermare i vincoli di parte, o degli avversari per suggello di pace: e talvolta anche il Comune stesso vi cooperava28. Si faceva il parentado, essendo tuttora fanciulli gli sposi; e bastava l'età di dodici o tredici anni, perchè la fidanzata fosse poi condotta all'altare e divenisse moglie. Uno degli antichi commentatori di Dante dice: «le maritavano nella culla»29. Guido Cavalcanti, il gentilissimo de' nostri antichi rimatori, fu ammogliato così; datagli dal padre a otto o nove anni, e datagli perchè Guelfi, la Bice degli liberti figliuola del magnanimo Farinata, piccola ghibellina di forse cinqu'anni o sei, che sopravvisse poi lungamente co' figliuoli al marito, morto giovine nel 130030. Forse cosi anche fu conciliato il matrimonio di Beatrice Portinari, giovanissima, con messer Simone de' Bardi31. Matrimoni che avevano, né poteva essere diversamente, i loro drammi. Ma la elegia di coteste giovinezze tiranneggiate è notabile che ci rimanga appunto nell'unico saggio di poesia femminile, offertoci, di molto probabile autenticità, dal secolo XIII, e poesia fiorentina, nei tre sonetti d'una donzella che nasconde il suo nome (la Compiuta Donzella di Firenze, la chiama l'antico Codice Vaticano che ce li ha conservati)32, la