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nei primi secoli del comune |
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senza ne la potenza né le burrasche che poi sopravvennero: la pacifica età consolare, durante la quale la cittadinanza si è venuta ordinando quasi estranea ai contrasti fra Chiesa ed Impero, che ha lasciati combattere ai Marchesini di Toscana, alle contesse Beatrice e Matilde, la cui nominale supremazia non pesò mai di fatto, neanche della grande e popolare Contessa, sulla indipendente città. Scarse relazioni esterne, sia di commercio sia di politica; qualche passata imperiale, fatta quasi sempre innocua dallo spontaneo omaggio e dall’essere la Toscana tenuta abitualmente fuori dell’itinerario strategico di cotesti Cesari e di ciò che si moveva con loro; qualche soggiorno di papa profugo; qualche guemcciuola di contado: ecco gli episodi di quella vita tranquilla, che menavano gli uomini de’ quali Cacciaguida ricorda la parsimonia e la modestia. Cavalieri con semplici cintole di cuoio e fibbie d’osso, non d’argento e perle: cittadini con rozze sopravvesti di pelle di camoscio, non co’ mantelli e le guarnaccie di scarlatto foderate di vaio; case strettamente misurate agli abitatori; nessun lusso, nessuna delicatezza, nessuna corruzione. La sacra maestà dell’Imperatore era ospitata e festeggiata come in famiglia; da Corrado il Salico, «che si dilettò assai della città di Firenze, e molto l’avanzò, e più cittadini di Firenze si feciono cavalieri di sua mano, e furono al suo servigio»13, venendo, per lo spazio di quei due secoli, a Ottone IV, del quale sentiamo pure ciò che racconta, molto a proposito nostro, la cronica14. «Quando lo ’mperadore Otto quarto, venne in Firenze, e veggendo le belle donne della città che in Santa Reparata per lui erano raunate, questa pulcella (Gualdrada di messere Bellincion Berti de’Ravìgnani) più piacque allo ’mperadore. E ’l padre di lei dicendo allo ’mperadore ch’egli avea podere di fargliela basciare, la