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Signore e Signori,

Più volte mi è occorso pensare, che si potrebbe ritrarre, così in punta di penna, la vita antica fiorentina, delineandola per figure femminili: dalle donne casalinghe de’ tempi di Cacciaguida alle madrifamiglia dei primi tempi medicei; poi da queste alle popolane e gentildonne animose e gagliarde degli ultimi anni repubblicani. Io mi son provato ad abbozzare il ritratto della donna nel primo di que’ due periodi, cioè dai principi del Comune sino ai tempi dell’oligarchia prevalente nella seconda metà del secolo XIV. La donna fiorentina di questo periodo può considerarsi nella realtà storica, nelle leggende, nella idealità poetica. Mi fermo ai due primi capi; realtà storica, leggende; e sotto di essi raccolgo (né altro prometto al mio cortese uditorio) alcune imagini e figure dal vero.

Ma una cosa, innanzi di procedere, giova che sia avvertita. Alla libertà fiorentina, da’ primordi del Comune sino alla distruzione degli ordini repubblicani nel 1530, la donna non recò il tributo di atti virili ed eroici come fu in altre città d’Italia. Non ha Firenze, né dalla storia né dalla leggenda, la Cinzica de’Sismondi, che salva Pisa dalla notturna aggressione dei Saraceni; non ha Stamura, che col ferro e col fuoco affronta impavida l’esercito imperiale assediante. la sua Ancona; né Caterina