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gli studi etno-antropologici sulla storia della cultura materiale e della tecnica, di poi per gli studi socio-politici sulla localizzazione delle situazioni di potere, di poi per ancora gli studi su alcune figure tipiche della civilizzazione del mondo montano, come ad esempio le migrazioni di mestiere; di poi, infine, per gli studi sulla storia «ambientale». E inevitabile che anche nell’approccio al mondo alpino la ricerca storica abbia seguito di volta le tematiche che più si presentano di maggior interesse nella «comunità degli storici». Tuttavia da tale scorcio emerge anche l’idea di una progressiva individuazione del territorio alpino non più come spazio per alcune ricerche specializzate, ma come area con una sua identità, tale da richiedere un approccio di «storia globale» che faccia conto dei molteplici aspetti della cultura «montana» propria del mondo delle Alpi. In questo quadro è tornata di cruciale importanza l’opera di Jean-Franijois Bergier che ha consentito sempre più di prendere atto di come, nel medioevo, l’Europa è venuta alla «scoperta» delle Alpi e di come le Alpi sono divenute in quel tempo un «territorio chiave» per tutta la civiltà europea.

Da questo punto di vista uno degli aspetti che più concorrono a formare l’identità del mondo alpino, è quello «ambientale». Credo che le problematiche di «ecostoria» debbano considerarsi comuni ad alcune grandi regioni in cui si divide il mondo alpino. Da questo punto di vista risultano inadeguate le divisioni della ricerca storica per campi «nazionali» (francese, tedesco, austriaco, svizzero, sloveno, italiano). Credo che si possano rinvenire con una certa facilità tematiche «ambientali» comuni almeno per le tre grandi regioni delle Alpi Occidentali, Centrali e Orientali, comprensive di versanti appartenenti a diversi territori nazionali. Ciò si traduce anche in una maggiore o minore rilevanza di alcuni indirizzi di ricerca che già hanno sollecitato l’interesse di diverse scuole «locali» da un versante all’altro di talune regioni alpine. In ogni caso la storia «ambientale», a mio avviso, offre un contributo di grande rilevanza per l’individuazione della comunanza di identità storica. Parlando di storia «ambientale» (o «eco-storia») intendo riferirmi non soltanto a ciò che tradizionalmente è stato riconosciuto come compito della «geo-storia» (quale teorizzata ad esempio da L. Febvre, F. Braudel, ecc.), ma anche, ed assai più, agli aspetti propriamente «avvenimentali» della storia della natura, anche a prescindere dall’intervento «antropico». Sono convinto che attualmente si stia vivendo una felice convergenza tra ricerche naturalistiche e ricerche storiche: entrambe convergono verso un’idea «storica» della natura. Ciò richiede la messa a punto di un’idea di evoluzione «ambientale» svolta non più in chiave antropocentrica (da questo punto di vista la stessa parola «ambiente» può risultare

42 HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1996/1