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sentito nell’ultima settimana Datini di Prato - del commercio e della trasformazione del legname.
Occorre, comunque, dire che il settore agricolo preso in sè e privato dei riferimenti alle molteplici forme di integrazione del reddito tipiche di un sistema di economia mista, può generare l’impressione di un quadro economico estremamente misero, basato sull’autoconsumo se non sull’autarchia. Il che spesso non è.
Infatti il settore manifatturiero, artigianale e dei servizi è un nodo importante per capire l’equilibrio economico di queste zone. E stata sufficientemente studiata l’attività mineraria - da Vergani al compianto amico Hermann Kellenbenz - ed il suo ruolo nella valorizzazione delle risorse di aree specifiche. Sono state altresì studiate le forme protoindustriali e, per periodi temporalmente più vicini, quelle più propriamente industriali che hanno caratterizzato alcune vallate: dall’attività siderurgico-metallurgica, a quella meccanica, al tessile - soprattutto quello della seta - alla trasformazione del legno. Meno ricostruito è il settore della manifattura domestica o domiciliare, dell’artigianato, soprattutto rurale; ancor meno si sa di quella molteplicità di mestieri e di servizi - carbonaie, calchere, raccolta di peci, trasporti, navigazione fluviale e lacuale, caccia, pesca, piccolo commercio - che spesso caratterizzano specifici paesi; mestieri talvolta itineranti, che comunque assicurano a queste popolazioni fonti indispensabili di entrata, il ripiano del proprio bilancio familiare, se non addirittura qualche risparmio o qualche arricchimento.
Qualche accenno va fatto, per ultimo, al problema della ricostruzione dello stato e del movimento della popolazione. Studi demografici sulle aree alpine sono stati finora molto scarsi. L’utilizzo, in questi ultimi tempi, dei registri parrocchiali e degli status ammarimi, comincia a dare per talune regioni qualche risultato; ma siamo solo agli inizi. C’è poi il fenomeno dell’emigrazione che è stato studiato soprattutto, per l’otto ed il novecento, sotto il profilo sociale e riguarda essenzialmente l’emigrazione cosiddetta definitiva. Manca, allo stato attuale, la ricostruzione delle migrazioni temporanee o stagionali - quelle che per altri ambienti ha studiato Laurence Fontaine - per capirne la consistenza, le direttrici, gli esiti e i risultati anche economici.
A conclusione di questa panoramica di problemi su cui si è lavorato o si sta lavorando - a livello di singoli studiosi o di gruppi tematici come il GISEM vorrei ricordare qui alcuni quesiti che si è posto recentemente uno studioso di regioni alpine, Guglielmo Scaramellini. E cioè: «a) esiste, ed in che cosa eventualmente consiste, la peculiarità delle Alpi nei confronti di altri sistemi
38 | HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1996/1 |