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non permetteva nemmeno che sussistesse alcuna apparenza di relazione tra essa ed i maonesi.

Avendo veduto quale fosse il sistema monetario introdottosi per le reciproche contrattazioni nell’isola sul principio del secolo XVI, resta a cercare se fra le monete che ancora ci rimangono battute da quest’epoca sino alla caduta della Maona nel 1566 alcuna esista che alle specie sopraddette possa appartenere.

Delle tre d’argento, che tra queste si possono dire le più antiche, ma che spettano certamente al detto secolo, la prima (T. III, n.ᵒ 38) ha da un lato nel campo il solito castello turrito col capo dell’aquila nascente e coronata, ed attorno ☩ CIVITAS · CHII, e dall’altro una croce patente con due perlette alle estremità di ciaschedun braccio, ed in giro ☩ · CONRADVS · REX · R. Questo pezzo, gentilmente comunicatoci dall’avvocato Gaetano Avignone, autore di una preziosa collezione di monete genovesi, pesa denari 2. 0. 17, pari a grammi 2. 600 e pare a millesimi 900 incirca.

La seconda (T. III, n.ᵒ 39) varia dalla precedente nei conii in questo che dal lato dello stemma in testa alla leggenda ha dopo la croce grande una piccola, e che nel rovescio non vedonsi le otto perfette alla croce, e la leggenda termina con RO · per Romanorum. Pesa quest’esemplare solamente denari 1. 20. 22, cioè grammi 2. 400; però nella lega si riconosce dover essere uguale alla precedente.

La terza (T. III, n.ᵒ 40), menochè è di diametro inferiore alle due prime, è ad esse affatto simile nel diritto, ma nel rovescio ha una croce patente e biforcata con attorno ☩ · CONRADVS · REX · RO · Questo pezzo, di cui abbiamo l’impronto per cortesia del signor Giulio Friedlaender, direttore del museo numismatico di Berlino, secondo quanto egli stesso scrisse1, pesa 1/16 di loths ossia grammi 0.91 5, e non dice quale ne sia la bontà.

Dai documenti citati conosciamo che ben prima ancora che il XV secolo terminasse si era già in Scio introdotta la monetazione genovese, avendo trovato grossi a questi uguali, e non

  1. Numismata inedita. Berolini 1840, p. 30.