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causa dell’essersi dai suoi rettori alterate. La prima venne presa, ad istanza di vari mercanti che con essa trafficavano, dai nuovi governatori della Maona sedenti in Genova, i quali radunatisi li 15 settembre 1479 (Documento in fine) e sentito il parere degli anziani dell’Uffizio di Scio e dei primari mercanti della città, decretarono che a cominciare da un mese dopo la pubblicazione di detta deliberazione, per tutti i contratti fatti prima a ducati di Scio si dovessero questi calcolare a soli caratti 68 : che per quelli indi a farsi avessero ad essere per tre quarti in ducati larghi o gigliati, e per l’altro quarto in caratti contandone 80 per un ducato largo: che pure a datare da un mese fosse proibito il corso dei gigliati sciotti sino allora battuti, che indi si avessero a fondere: che in quella zecca si dovessero battere ducati larghi nel peso e bontà eguali a quelli di Genova e Venezia: che i gigliati da emettersi per l’avvenire avessero ad essere della bontà di denari 11. 12 ed a 88 pezzi per libbra di Genova, ed a 11 per un ducato: che l’impronto delle monete d’oro e d’argento continuasse ad essere quello sino allora usato, e che per la loro stampa non avesse la Maona a ricevere diritto alcuno dalle persone che portasservi detti metalli in verghe, ma solamente la mercede necessaria per gli operai. E questo decreto venne due giorni dopo sancito dal doge e dal consiglio degli anziani di Genova.

Dunque da quest’atto appare che non più si volevano gli antichi ducati dell’isola, che in prova dell’essere molto scadenti vennero tassati 20 caratti meno dei buoni nuovi introdottivi, i quali in conseguenza dovevano pesare grammi 3.540 incirca ed essere a millesimi 1000, ossia di denari 2. 16. 4/5 incirca, ed a caratti 24 di fine, ragguagliato il peso veneto a quello di Troyes; così pei gigliati il peso di cadun pezzo doveva essere di denari 3. 6. 13 pari a grammi 4.192, ed il titolo a denari 11. 12 o millesimi 958; epperciò vedesi che s’era voluto portar la moneta a quella bontà che in prima aveva, la qual cosa non pare siasi ottenuta, chè troviamo in atto rogato in Genova il 5 maggio 14801 che ducati di Scio 2500 sono ragguagliati a L. 4375 e così caduno soldi 35 di moneta buona genovese, quando in altri delli 16

  1. Pandette Richeriane. Libro fasciato in cartina, pag. 258.