Pagina:La zecca di scio.djvu/45


33

Quelli che dopo i grossi ebbero miglior fortuna nel commercio d’Oriente furono i gigliati. Questa bella moneta d’argento battuta la prima volta da Carlo II d’Angiò re di Napoli sul 1300 a oncie 11 e soldi 31, che corrispondono a denari 6, ossia a grammi 937 di fine ed a pezzi 80 per libbra, onde del peso di denari 3. 3 pari a grammi 4 cadun pezzo, fu contraffatta a Scio dai Genovesi, come vedremo, a Magnesia di Sipilo dal sultano Selgiuchide Ssaru-Kan2, ed imitata dai cavalieri gerosolomitani in Rodi3 e dai re di Cipro, i quali tutti la lavorarono poco presso alla stessa legge.

Anche fra questa classe di monete devono collocarsi altri aspri coniati specialmente dai cavalieri gerosolomitani in Rodi per lo stesso valor nominale di quelli di Trebisonda, cioè per 8 caratti pari a 16 tornesi piccoli, e di essi perciò tre facevano un bisante d’argento.

Dopo questi aspri vengono i tornesi piccoli, ed ecco come si introducessero dalla Francia in Oriente.

Vari baroni franchi in seguito alla sopraddetta crociata essendosi impadroniti della Morea, le monete loro nazionali vi portarono, contentandosi però di battervi solamente di quella specie più necessaria al minuto commercio, e che per essere di bassa lega procurava al loro erario un maggior guadagno, cioè denari tornesi o tornesi piccoli, dei quali 12 la facevano un grosso d’argento fine. Tali pezzi però che nelle zecche del re di Francia lavoravansi a denari 3. 104, vennero da essi alterati e ridotti a denari 2. 1056 ossia millesimi 201.

Come sinora risulta, si cominciarono a coniare dai principi

  1. Della decima fiorentina. T. III, p. 184.
  2. Friedlaender — Lateinischen Münzen der Sarcan oder Ssaru-Kan Seldsuken-Emirs in Lydien. Berlin.
  3. «A Rodi si contava a bisanti bianchi, e per uno di essi ci volevano gigliati 1 ½, od aspri 3, o caratti 24, o tornesi piccoli 48.
    A Cipro però le monete che lavoravansi erano in tutto uguali ai gigliati, ma nomavansi bisanti bianchi o d’argento, od anche grossi grandi, che dividevansi in due grossi piccoli, in 24 caratti ed in 48 tornesi piccoli.»
  4. Le BlancTraité historique des monnoyes de France, pag. 315.
  5. Della decima fiorentina. T. III, pag. 108.
  6. «Conservammo il sistema duodecimale, perchè quello in uso sino a tutto il secolo XVIII, riducendo però i vari marchi o libbre a quello di Troyes adottato nella zecca di Torino e corrispondente a grammi 245,896,338.»