Pagina:La zecca di scio.djvu/26

14

cioè che nessuno dei Zaccaria, dei Cattanei (che vi avevano signoreggiato) o dei loro parenti giammai potesse in esse abitare, posseder case o distretti, avervi impiego o giurisdizione, e percepirvi somma alcuna, il che proverebbe essere stato ben duro il loro governo.

Aggiunti indi a questi acquisti le piccole isole di Samo, Nicaria, Demussa e Santa Panagia, e lasciato un numero sufficiente di soldati alla loro custodia, con vari dei proprietarii delle galere, che avevano anche la procura di quelli rimasti in Scio, partì l’ammiraglio per Genova, dove giunto trovò che il comune era nell’impossibilità di soddisfare le spese da essi fatte, che pretendevano ascendere ad oltre duecentotre mila lire, onde i rappresentanti dei ventinove armatori convennero col doge li 26 febbraio 13471 che la suprema giurisdizione ed il mero e misto impero sopra queste conquiste restasse alla repubblica, che vi avrebbe nominato i podestà ed i castellani, ma che il possesso utile, cioè il ricavo delle imposte dirette ed indirette ed il commercio del mastice e dell’allume ad essi dovesse appartenere, e per tale amministrazione, costituitisi in società sotto la denominazione di Maona2, nominarono dodici massari scelti fra’ venti socii.

  1. «In quest’atto già sopra citato, e che per essere stato anche inserto nell’originale del Liber jurium colla falsa data del 1447, fu stampato per doppio alla col. 1498 del Tomo II, è minutamente narrato come fu condotta la cosa per ottenere l’armamento di questa flotta, e vi sono specificate le convenzioni fatte dal Vignoso. »
  2. «Varie sono le opinioni circa l’origine ed il significato della parola Maona. Alcuni dicono che derivi dal greco Μονας, unità, altri dall’arabo Mo-unet, aiuto, favore, ed altri, avendo trovato nella marineria turca grossi bastimenti da essi detti Maone, credettero che da questo genere di navi la genovese compagnia avesse preso il suo nome. Nessuna però di queste opinioni ci parve soddisfacente, chè le due prime per nessun verso possono indicare un qualunque genere di associazione, ed in quanto alla terza per riconoscerla erronea, basta sapere che queste navi inventate dai Turchi, i quali avevano cominciato a costruirle come grosse galere, e poi tolti i remi, ne avevano fatto larghi bastimenti a vela, non potevano aver esistito avanti il secolo XV, quando solamente questa nazione cominciò ad avere propria marineria, anzi esse presso i vari storici non vedonsi nominate che dal 1500. Credemmo in conseguenza di dover cercare se nelle carte di Genova avessimo potuto scoprire la vera origine di tale parola, ed appunto nel fogliazzo A delle Pandette Richeriane troviamo gli estratti di tre atti notarili del secolo XIII, cioè al foglio 81 uno delli 18 aprile 1236, col quale un Giovanni di Lanfranco Tornatore cede a Baldoino de Vindercio i suoi diritti sull’ammontare delle perdite da esso fatte nella rissa avvenuta in Ceuta (d’Africa) tra i Cristiani ed i Saraceni, cioè bisanti miliaresi 58 1|2, i quali gli spettano in illis quos recipere debeo in madona de Septa et qui