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e la vita dell’operaio. | 49 |
cuore all’opera di carità; allora m’avvedo che si può progredire benissimo sulla via della civiltà, camminando sull’orme de’ nostri padri, avendo l’accorgimento soltanto di gettare via via nella fiumana del tempo certe vesti e forme logore e cadenti che non s’adattano più co’ nostri tempi.
Si l’istituzione d’un asilo pe’vecchi operai impotenti è senza forse la più umana, la più bella, fra quante ne potesse pensare la civiltà odierna. Essa corona quello stupendo edificio di beneficenze cittadine, a cui ogni generazione che passa nella gentile città vostra, o Senesi, vuol portare una pietra; stupendo edificio, il quale attende dal senno e dalla carità vostra ulteriore aggrandimento e perfezione.
45. Ma que’ quattro vecchi, vi dico, mi stanno fitti nel pensiero e nel cuore. E penso anche a’ molti onesti, impotenti, bisognosi alla pari di loro, che non seggono a quella gaia mensa, che non riposano in que’candidi e morbidi letti, che non respirano l’aere vivificante della carità cittadina. Ma, o non si potrebbe trovar modo che i quattro diventassero gli otto,
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