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34 | la vite, l'acquavite |
buso delle bevande spiritose dia il venti per cento di pazzi.
Aveva ragione dunque quel gran chimico del Liebig a dire, che l'alcool «per il suo potere sui nervi è come una cambiale tratta sulla salute dell’operaio, che gli convien sempre riavvallare, senza mezzi per saldarla. Egli consuma così il suo capitale in luogo de’ frutti, e di qui inevitabilmente il fallimento del suo corpo.»
Miseria dunque, delitto, suicidio, pazzia, abbrutimento, ecco come tante orribili scene di questa orgia sociale, la quale comincia ridendo, cantando, saltellando, al suono de’ bicchieri nella bettola, e va a finire rapidamente, passando traverso le carceri e gli spedali, fra i pianti, le bestemmie e gli alti guai, non compianta, inonorata, maledetta anche, nella polvere d’un cimitero. Quale spreco di salute, di forza, di ricchezza, di prosperità, di vita!... Quale scempio della povera umanità! E tutto questo perchè? Ripetiamolo: per farsi traversar l’ugola e l’esofago da un bicchierino d’acquavite.