Pagina:La vite, l'acquavite e la vita dell'operaio.djvu/22

22 la vite, l'acquavite


gente che lavora, per quanti non diviene fonte di mali, di miserie e di morte?

20. È tempo che noi ci facciamo ora a considerare gli effetti dell’abuso di esso. Il male e il bene, voi lo sapete, lo fa, non il vino per sè medesimo, ma l’alcool che egli contiene, quello che voi chiamate acquavite, quello che noi dicemmo il brillante e il tiranno della compagnia. È con l’alcool più o meno allungato con acqua, mascherato ora con quell’essenza, ora con quell’altra, che si compone quella lunga e brutta tregenda che porta il nome di liquori. Sicché tutto quello che sarò per dire, riferitelo non al vino solamente, ma all’acquavite più specialmente e ai liquori.

21. Pare che i Chinesi e gl’Indiani conoscessero il modo di preparare bevande spiritose con la distillazione del vino, e la fermentazione de’ cereali: ma furono gli Arabi che dopo il mille si fecero maestri di questa preparazione, e imposero a questo liquore il nome di alcool, che vuol dire in loro lingua il sottilissimo: