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lancia la sorte fino al meriggio. Allora declinò quella de’ Spartani, i quali oppressi da Fato si volsero in fuga superati dall’impeto de’ Tebani. Questi alzarono trofei nel campo, e incontinente giovandosi della vittoria invasero il Peloponneso; Elide, Argo, l’Arcadia tutta e la Laconia si sollevarono contro i vinti. Gli Spartani da sei secoli in poi non avevano veduto entrare nelle terre loro il nemico, ed ora sofferivano così umiliante ammaestramento di bellica fortuna. Erostrato in quel conflitto con la sua banda di cento eletti avea combattuto più con fierezza, che con arte. L’ira marziale impadronendosi dell’animo suo al suono delle trombe, all’aspetto de’ nemici, alla vista della strage produsse nel petto suo una ebbrezza di sangue. Sterminava dimentico di se, e della centuria sua i nemici che lo circondavano. E però quanto si riconobbe il suo feroce valore, tanto apparve non atto a guidare