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battenti, ma in quella banda allora denominata sacra di trecento sceltissimi giovani, i quali avean giurato di non sopravvivere alla sconfitta. Pelopida loro capitano mosso da così nobile richiesta dello straniero lo avrebbe ascritto fra quelli, se già non ne fosse stato il novero compiuto. Pure lodandolo altamente per quella generosa brama, e per non lasciare senza esperimento una occulta virtù che aspirava a manifestarsi, lo prepose a cento fanti di leggera armatura. Di che lieto il giovane fece di se voto agli Dei infernali al cospetto de’ Capitani, giurando non ritornare vinto. Ma già d’ambe le parti s’inoltravano a scontrarsi gli eserciti, i quali giunti a poco intervallo nella vasta pianura di Leuctre in Beozia fra Platea e Tespi, si preparavano al combattimento. Era notte, e un cupo silenzio dominava così nell’uno e nell’altro campo che sembravano deserti. Forbivano gli usberghi, le celate, gli scudi: