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te confondeva gli intelletti; perocchè una straordinaria perversità favorita dagli avventurosi successi, opprime non che la libertà della lingua quella de’ pensieri. Pur non così in quegli orti asilo di franchi ragionamenti. Rimaneano più calmati che spenti nel petto senile di Testoride gli sdegni marziali. In quella commozione riaccesi impugnava l’antica asta, vibrava frecce dall’arco poderoso, invitando con prove tarde ma generose la gioventù ad imitarle; la quale con finti abbattimenti faceva risonare gli scudi, gli elmi, e le corazze percosse, e rombare l’aere co’ dardi, e con le fionde. Stavano intanto i veterani a contemplare lieti quell’apparecchio di vittorie. Le fanciulle palpitavano di gioja quando gli amanti coglievano il bersaglio, ed alle madri grondavano le ciglia per tenera compiacenza. Testoride considerando con quale destrezza ed animo anelava Erostrato in quella palestra, vie più si dolea